Bene, Male e Tao

28.04.2020

Si parla spesso di persone oscure che dominano il mondo e di lotta del bene verso il male. 

Vorrei dire qualcosa in merito. 
 
Ritengo fondamentale individuare quali sono i rappresentati delle forze involutive, perché se si deve servire la luce è importante sapere quali sono i nemici da combattere, tuttavia credo che il bene e il male siano concetti umani. Occorre relativizzarli.

Quando si studia la natura del male si comprende che esso rappresenta fondamentalmente l'attrito all'evoluzione, quel qualcosa che fa si che si produca saggezza. Senza il male non ci sarebbe nessun tipo di esperienza né di libero arbitrio. L' uomo sarebbe una macchina in costante mutamento senza esperienza. 

Dalla tensione tra il bene e il male nascono le grandi lezioni della vita e l'amore. Nella vita non prevalgono ne il bene ne il male, prevale l'amore, che è il risultato della tensione tra i due. 

Senza l'oscurità non c' è scelta e non c' è reale evoluzione. Il male è la forza negativa, il bene la forza positiva, l'amore la forza neutra, l'equilibrio, il sentiero stretto del Tao. 

Mi piacerebbe che inquadraste il male come qualcosa che ci spinge ad evolvere e che è voluto da Dio.

Altrimenti vi sentirete abbandonati e impotenti, e dovreste mettere in discussione la legge dell'amore, credendo che viviamo in un universo perverso.

Il male serve l'amore. Il bene divino é al li la del bene umano. È ció che è al di là delle polarità. É amore e saggezza.

Una favola zen:

C'era una volta un contadino cinese il cui cavallo era scappato. 

Tutti i vicini quella sera stessa si recarono da lui per esprimergli il loro dispiacere: "siamo così addolorati di sentire che il tuo cavallo è fuggito. E' una cosa terribile". Il contadino rispose: "Forse." 

Il giorno successivo il cavallo tornò portandosi dietro sette cavalli selvaggi, e quella sera tutti i vicini tornarono e dissero: "Ma che fortuna! Guarda come sono cambiate le cose. Ora hai otto cavalli!" Il contadino disse: "Forse."

Il giorno dopo suo figlio cercò di domare uno di quei cavalli per cavalcarlo, ma venne disarcionato e si ruppe una gamba, al che tutti esclamarono:"Oh, poveraccio. Questa e' una vera disdetta" ma ancora una volta il contadino commentò: "Forse."

Il giorno seguente il consiglio di leva si presentò per arruolare gli uomini nell'esercito, e il figlio venne lasciato a casa per via della gamba rotta. Ancora una volta i vicini si fecero intorno per commentare: "Non è fantastico?" ma di nuovo il contadino disse: "Forse."