Il Sacro Cammino

07.03.2020

Quando osservo le persone che ancora si muovono nel piano "profano" della vita, a volte provo compassione e dispiacere. 

Ricordo quando anche io ero come loro e provavo un dolore interiore fortissimo. 

Non sapevo perché esistevo, cosa dovevo fare e perché, mi sentivo completamente in balia delle influenze esterne e non potevo farci nulla. Ero un granello di polvere inutile in un mondo infinito. La mia esistenza non aveva una motivazione. La schiavitù alla natura era palpabile. 

Le persone vivono in questo stato. Lavorano senza un motivo, non sanno perché soffrono, si arrabbiano con Dio perché credono che sia qualcuno che abbia creato questa vita perversa.

Gran parte del mio grandissimo dolore interiore, che si tramutava spesso in sensazioni di "depersonalizzazione" (non avevo capito bene cosa fossi visto che la mia vita non aveva un senso e attorno a me percepivo l'infinito), si placó improvvisamente quando capii cosa ero veramente.

Allora rimasi scioccata e non potei far altro che incamminarmi sul cammino "sacro" della vita. In una frazione di secondo, con un intuizione, capii che io ero sempre stata il tutto, e non un granello di polvere in un cosmo infinito. Compresi che in realtà la vita era sempre accaduta dentro di me, e che questo sarebbe avvenuto all'infinito. Non c'era più Dio, ero rimasta sola. Sola e infinita. Dio ero io! Tutto acquisii un senso. Ero scioccata. Tale intuizione é ció che in varie tradizioni spirituali é chiamata realizzazione del sé.

Lo stato trascendente in cui mi sentii dopo era la cosa più bella che avessi mai provato. Non aveva nulla a che fare con le emozioni umane, era la divinità che si faceva carne. Compresi subito che dovevo eliminare tutti gli attaccamenti personali e la sensazione dell'Io per non cadere di nuovo nello stato di separazione. La separazione era solo apparente, in realtà Io ero sempre stata l'universo stesso, ma avevo investito così tanta energia in quell'idea malsana di essere un Io separato dall'esistenza, che ormai si era sedimentata nella mia mente. Sulla base di quell'idea era nato l'attaccamento al corpo, ai miei cari, al mondo, alle sicurezze materiali... dovevo disfare tutto questo e tornare definitivamente ad essere divina. 

Da allora la mia vita é diventata sacra. Il dolore a volte c' é, ma é motivato. Serve a distruggere la menzogna e a dimorare sempre più nella presenza divina. La strada é sempre in salita e la felicità sempre più profonda. La mia vita ha un senso. La sensazione d'amore che provo è una costante, poiché l'amore entra dentro di te quando la paura cessa, e la paura nasce dal senso di separazione.

Ció che é mio é anche vostro, infatti condividiamo tutti lo stesso sè. Viviamo l'uno nell'altro, e questo è chiamato amore. Non rimane che realizzarlo.