Arrendersi a Dio

19.09.2021

Non ho potuto fare a meno di notare quante persone siano state fuorviate da questo insegnamento spirituale. 

Sono in molti quelli che credono che arrendersi a Dio significhi accettare tutto quello che la vita ci propone, ringraziando anche e non cambiando nulla. Credono che il "vivi nel qui e ora" significhi questo. 

Magari questi individui hanno letto il "potere di adesso" di Eckart Tolle e si sono convinti che per star bene devono accettare tutto, perchè tutto è giusto e perfetto.

Il punto è che tutto è giusto e perfetto solo da una prospettiva più ampia, solo quando, cioè, vediamo le cose da lontano e comprendiamo il perché siano avvenuti certi eventi, ovvero cosa questi volevano insegnarci.

Parlando in termini pratici e non metafisici, ci sono moltissime cose da migliorare, nulla è perfetto e tutto é perfettibile, altrimenti non esisterebbe nemmeno l'evoluzione. Cosa c'è da migliorare se tutto è già perfetto? Invece evoluzione significa sforzo e lotta, poiché abbandonare il passato vuol dire morire a se stessi, e ciò è faticoso.

Cosa significa allora arrendersi a Dio? Non certo accettare tutto e convincersi che questo sia giusto e spirituale. Atteggiamenti del genere conducono alla depressione e al suicidio. 

Arrendersi a Dio significa abbandonarsi al suo volere, il che vuol dire sentire dentro di noi quello che dobbiamo fare, come dovremmo comportarci, ed assecondarci. Dentro di noi, nella nostra coscienza, sappiamo sempre quale comportamento sarebbe più giusto adottare.

Molte volte non mettiamo in pratica ciò che sentiamo giusto per debolezza o paura di sbagliare, tuttavia il senso di giustizia e quella spinta interiore che ci guida sempre è perennemente presente dentro di noi.

La volontà di Dio si manifesta tramite la spinta della nostra anima, non esiste un Dio personale barbuto che ci ordina cosa fare, ne tanto meno dovremmo accettare qualsiasi cosa. 

Se dentro di noi è presente la spinta animica a combattere o non accettare certe cose, bè quella è la volontà di Dio. Se non la assecondiamo semplicemente stiamo male, poiché il volere di Dio, come detto è la spinta della nostra anima, e se non la assecondiamo apriamo le porte alla sofferenza. 

Io stessa nel mio libro "Il Piccolo Manuale della Felicità" affermo che tutte le vie spirituali per realizzare Dio conducono all'abbandono al suo volere, ma scrivendo questo non intendevo certo che fare la volontà di Dio significasse accettare tutto. 

Come Eckart Tolle non intende ne "Il potere di adesso" che occorra accettare ogni cosa. Nell'adesso infatti potrebbe essere presente la spinta alla lotta, una lotta percepita come giusta, e che quindi andrebbe assecondata.

Ricordate che l'incarnazione divina Khrisna nella Bahgavad Gita invitava l'auriga Arjuna a combattere, benché quest'ultimo inizialmente si rifiutasse di farlo. 

Se Arjuna avesse ragionato come fanno alcuni di voi non avrebbe deciso di combattere, perché avrebbe forse pensato che in fin dei conti la volontà di Dio era di accettare i comportamenti scorretti della malvagia famiglia dei cugini Kaurava.

E ricordate inoltre che Gesù al tempio diede prova di grande spirito combattivo contro i mercanti corrotti.